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L'attrezzatura dello Speleologo

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L’ATTREZZATURA  DELLO SPELEOLOGO

Andiamo ad analizzare gli strumenti che permettono allo speleologo di operare nel mondo ipogeo.  

IMPIANTO LUCE

Primo fra tutti, considerando che in grotta l’oscurità è assoluta, è l’impianto di illuminazione. E’ importante che questo sia affidabile e abbia lunga autonomia; inoltre è necessario che la luce prodotta sia diffusa e non diretta, in quanto questo tipo di illuminazione permette una visuale più completa, infatti permette di vedere sia dove si mettono i piedi sia qualche metro in profondità. La luce diretta invece torna utile quando si vuole illuminare un particolare.

Il sistema migliore per avere luce diffusa e  stabile è quello a gas e più precisamente ACETILENE. Questo gas si ottiene bagnando il carburo di calcio. Lo speleologo avrà quindi assicurata all’imbracatura una particolare bombola strutturata in questo modo: la stessa è divisa in due parti che si possono unire per mezzo di un passo a vite o di un attacco a baionetta; nella parte alta viene messa acqua mentre nella parte inferiore viene messo il carburo. Un rubinetto molto sensibile fa gocciolare lentamente l’acqua dalla parte superiore  a quella inferiore, quando l’acqua tocca il carburo si sprigiona il gas acetilene che per mezzo di un tubo flessibile viene convogliato al casco sul quale è fissato un ugello. Una volta acceso si ottiene una fiamma bianca e molto stabile che ha la caratteristica di illuminare in modo diffuso l’ambiente.

Se utilizzata in modo corretto la lampada a carburo può avere un’autonomia  di 6/8 ore. Portando con se in un barattolo chiuso ermeticamente altro carburo, la bombola si può ricaricare più volte con la conseguenza di aumentare notevolmente l’autonomia. Affiancato all’impianto a  gas è utile comunque avere un impianto elettrico, che permetterà di illuminare con più intensità tutti quei particolari che riterremo degni di  approfondimento. Inoltre l’impianto elettrico rappresenta in  caso  di emergenza una buona alternativa. Bisogna comunque ricordare di avere sempre con se batterie di scorta.

IL CASCO

Naturalmente sia l’impianto a gas che quello elettrico vanno montati sul casco. Anche il casco come l’illuminazione è fondamentale per lo speleologo, infatti esso ha il compito di proteggere la testa da colpi  o detriti caduti dall’alto; posso assicurare che in grotta spesso si prendono poderose zuccate!

In commercio si possono reperire molti tipi di caschi, l’importante è che al momento dell’acquisto si verifichi l’omologazione! Alcune aziende producono dei caschi appositamente per speleologia ma a costi molto elevati. Il compromesso ideale a nostro avviso è l’acquisto di un casco da alpinismo e conseguentemente l’adattamento dello stesso finalizzato all’installazione dell’impianto a gas ed elettrico.

IMBRACATURA 

L’imbracatura o imbrago, in pratica serve  a sostenere tutta l’attrezzatura, ma cosa  più importante lo speleologo che la indossa!! Infatti nell’ambiente sotterraneo capita frequentemente di dover utilizzare corde per scendere e risalire pozzi o assicurarsi per passaggi in parete. All’imbracatura andranno quindi assicurati tutti gli accessori e le parti meccaniche (che vedremo in seguito) atti sia alla discesa che alla risalita, inoltre troveranno posto importanti strumenti quali la bombola del carburo, moschettoni, longe, cordini vari, ecc..

L’imbrago è costituito da due parti, una inferiore che serve a sostenere il peso dello speleologo attraverso cosciali e cintura in vita, ed una superiore destinata all’equilibrio e alla stabilità durante le manovre su corda. Esistono anche modelli dotati solo della parte bassa; in questi casi si utilizza una parte superiore indipendente per il fissaggio degli strumenti di risalita.

 

ATTREZZATURE PER LA DISCESA:

IL DISCENSORE

Il discensore è un mezzo meccanico utilizzato dallo speleologo per la discesa di una verticale su corda. Ne esistono di svariati tipi  ma quello che offre maggiori garanzie  per la speleologia è il “discensore Dressler” prodotto dall’azienda francese Petzl.

Praticamente il “Dressler” sfrutta l’attrito che la corda produce passando con un andamento a “s” attraverso due pulegge fisse in lega d’alluminio. Un congegno di apertura permette di inserire la corda senza che il discensore sia staccato dal moschettone (con ghiera) che lo ancora all’imbracatura. Bisognerà comunque verificare l’esatta  posizione della corda e la posizione del discensore  prima di iniziare una discesa.

  

ATTREZZATURA PER LA RISALITA:

IL CROLL

Per la risalita su corda  vengono normalmente impiegati due attrezzi molto simili nel funzionamento. Il croll  viene posizionato alla parte ventrale dell’imbrago.  E’ un particolare congegno che per mezzo di un cricchetto dentato permette lo scorrimento della corda solo in un senso. In pratica , quando lo speleologo sale, la corda scorre facilmente nel croll, ma quando si ferma e il peso dello speleo agisce sul medesimo, il cricchetto si chiude “strozzando “ la corda, evitando quindi che si possa scivolare verso il basso.

LA MANIGLIA

Il funzionamento della maniglia è identico a quello del Croll, la differenza sta nel fatto che il mezzo meccanico, ha in più una “maniglia” che lo speleo, potrà utilizzare con una o due mani per far scorrere l’attrezzo sulla corda. La maniglia inoltre  deve essere accessoriata con longe e fettucce in quanto deve essere assicurata all’imbrago ed avere una staffa nella quale verranno messi i pedi o il piede dello speleologo, e sulla quale verrà fatta forza per la spinta in risalita.

CORDE

Servono a scendere e a salire pozzi e pareti, su esse ci si muove con discensore, maniglia e croll. In commercio esistono molti tipi di corde, quelle più adatte alla speleologia sono esclusivamente le “statiche”, che  risultano essere  molto meno elastiche di quelle usate comunemente in alpinismo. Il diametro ideale è di 10 mm.  Escludere nel modo più assoluto qualsiasi altro tipo di corda, come ad esempio quelle che si trovano dal ferramenta  e quelle nautiche!!

Una buona manutenzione allunga la vita delle corde  che comunque  vanno cambiate non appena i segni di usura si fanno evidenti!

SACCHI

Oltre agli attrezzi personali che normalmente sono appesi agli anelli dell’imbrago, in grotta occorre portare altro materiale, come cibo, apparecchi fotografici, fornello, carburo di scorta ecc. Tutto questo materiale estremamente necessario troverà collocazione all’interno di appositi sacchi “da grotta”, i quali devono essere robusti e resistenti e con forma affusolata per permettere il loro trasporto  anche in strettoie. Naturalmente dovranno essere accessoriati di spallacci e maniglie.

MATERIALI DA ARMO

Per ancorare le corde alla roccia, vengono utilizzati degli speciali chiodi ad espansione denominati “spit”, ai quali per mezzo di un bullone viene fissata una apposita placchetta, la quale ospiterà il relativo moschettone con annodata la corda. Si raccomanda sempre di fissare la corda in almeno 2 punti, e fare in modo che la stessa non sfreghi sulle sporgenze rocciose dove potrebbe danneggiarsi o anche tagliarsi!!

SCALE

Ormai quasi completamente in disuso, possono essere ancora utilizzate per piccolissimi dislivelli.

                                                                                                       Stefano Mortari

 

Calata in un pozzo

La speleologia ieri: discesa in un pozzo con scala a pioli

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