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IDROGEOLOGIA L’idrogeologia
è lo studio delle acque superficiali e sotterranee viste sia nella loro
azione modellatrice sia nei loro rapporti con le strutture geologiche. In
ambiente carsico la circolazione delle acque, sia in superficie che in
profondità, è molto diversa da quella delle rocce non incarsite, tanto
da meritare studi molto specializzati. Lo speleologo, potendo in molti
casi osservare direttamente fenomeni di norma non accessibili, diventa
indispensabile collaboratore dell’idrogeologo. Anche
lo speleologo domenicale, e in Italia lo siamo in pratica quasi tutti, può
dare un contributo fondamentale per migliorare le conoscenze scientifiche
sulla circolazione delle acque carsiche. E’
sufficiente per questo conoscere alcuni concetti basilari e
soprattutto avere molta passione e pazienza. Non si insisterà mai
abbastanza sull’enorme valore di un dato geologico o idrogeologico,
anche approssimato (purché correttamente raccolto), rilevato durante
un’esplorazione speleologica: basti pensare che lo stesso dato,
ricavato da un sondaggio meccanico a 400
500 metri sotto terra costerebbe svariate decine di milioni. Lo
speleologo sportivo non deve
necessariamente trasformarsi in scienziato da tavolino, ma ha il dovere di
trasmettere le sue osservazioni a chi non può accedere alla grotta, sia
pure sottoforma di appunti stringatissimi. Le acque
che interessano un massiccio calcareo possono avere tre diverse
provenienze con conseguenti diversi effetti sullo sviluppo del carsismo.
Esse possono provenire: da corsi d’acqua esterni alla zona carsica; da
acque di precipitazione meteorica; da condensazione. Il
percorso delle acque sotterranee è generalmente tortuoso e condizionato
essenzialmente dalla tettonica del massiccio, dalla litologia e dalla
giacitura degli strati. In relazione alle acque provenienti da precipitazioni e/o
corsi d’acqua esterni alla zona carsica, va considerato che i
corsi d’acqua sotterranei possono avere piene improvvise causate anche
con diversi giorni di ritardo da acque cadute in bacini molto lontano
dall’ingresso della grotta persino su versanti completamente diversi. A
tal fine riveste notevole importanza anche il fatto che il bacino
imbrifero delimitato dalla linea spartiacque superficiale quasi mai
coincide con il bacino idrogeologico che comprende tutta la superficie
sulla quale cadono acque che realmente vanno ad alimentare il reticolo
carsico, e quindi spesso è fondamentale la conoscenza di quest’ultimo
anche a grandi linee. Le sorgenti carsiche sono caratterizzate
da un’estrema variabilità di portata, con piene impetuose
alternate a periodi di magra. Lo studio dell’idrogramma di piena
evidenzia come le acque che si infiltrano devono
saturare in un primo tempo le fessure
in fine i condotti: è la fase di concentrazione. In un secondo tempo l’acqua incomincia a defluire nei condotti e si ha improvvisamente la massima piena o colmo, che durerà fino al cessare della pioggia; segue una fase di stanca o decrescita che corrisponde dapprima al progressivo svuotamento dei condotti maggiori ed infine di esaurimento con il lento scaricarsi delle fessure. Stefano Mortari
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