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KILIMANJARO
m. 5.895 Marangu route |
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5° Giorno. Da Kibo Hut alla vetta! ....e discesa fino a Horombo Huts La giornata di oggi in realtà comincia.... ieri! Infatti la sveglia (per chi è riuscito a dormire) suona alle 23:30. Dormire, a questa quota, è una parola che fa sorridere; diciamo che si sta sdraiati e si cerca di riposare, se il mal di testa lo permette. Solitamente si passa il tempo a guardare l'orologio sperando sempre che sia ora di alzarsi. Non è raro che ci si alzi a pezzi ma poi, iniziando a muoversi, il fisico come per incanto reagisce. Quindi, a meno che proprio non si stia davvero male (e allora bisogna solo scendere), ci si fa coraggio, si fa una leggera colazione e via, frontale accesa e fuori a meno 25° con addosso tutto quello che si può! E' mezzanotte in punto quando ci mettiamo in cammino. Il cielo stellato offre uno spettacolo che lascia senza fiato (quel poco rimasto)! Le stelle sono davvero vicine, e sembrano appoggiarsi sul bordo del cratere che è davanti a noi, così vicino ma così lontano da raggiungere; dobbiamo camminare davvero piano per riuscire a centellinare le energie e soprattutto consentire al nostro cuore e ai nostri polmoni di non cedere. E' un vero peccato non aver fotografato questo spettacolo (troppo freddo, troppa concentrazione per la salita, la prossima volta però...), ma rimarrà indelebile per sempre nei megapixel del nostro cervello. Il percorso, a differenza degli altri giorni, è ripido; dobbiamo risalire il ghiaione a zig zag, 1.000 metri di dislivello per poter raggiungere il bordo del cratere. La fila di lucine delle frontali davanti e dietro di noi non ci fa sentire soli. Il cartello nei pressi di Kibo Hut diceva: "Gillman's Point 5/6 ore". Beh, ci vogliono proprio tutte! A metà strada circa, riparati dall'ingresso della grotta Hans Meyer, ci fermiamo a riposare qualche minuto. L'acqua nelle borracce comincia a prendere la consistenza di una granita siciliana. E' qui che ci rendiamo conto che la nostra guida non ha portato il thermos con il the caldo! Anche sgranocchiare una barretta al cioccolato costa una certa fatica. Ma non dobbiamo indugiare troppo, man mano che si sale la pendenza aumenta e ci costringe a camminare sempre più piano. Incrociamo qualcuno che rinuncia e torna indietro; probabilmente erano partiti troppo veloci e hanno bruciato tutto! Noi non ci facciamo scoraggiare e lenti, ma inesorabili, arriviamo a Gillman's Point. Il sole non è ancora sorto, fortunatamente non tira troppo vento e possiamo permetterci di sederci e aspettare l'alba. Lo spettacolo ci ripaga di tutti gli sforzi sostenuti; il Mawenzi, che i giorni scorsi con il suo intrigante profilo attirava i nostri sguardi "dal basso", ora è sotto di noi!
I raggi del sole, con il loro tanto atteso calore, mi ricaricano e proseguo verso la vetta, mentre il rimanente 50% del "gruppo" scende. Il percorso di circumnavigazione dell'enorme cratere che divide Gillman's Point da Uhuru Peak presenta un dislivello di soli 200 metri, ma linearmente sono circa due chilometri. Con la consueta lentezza e con qualche pausa dedicata a scattare fotografie, mi gusto il facile percorso che da un lato offre un suggestivo panorama della "valle" presente all'interno del cratere, e dall'altro costeggia quello che rimane del ghiacciaio. In tutto il percorso non ho mai pestato la neve. Finalmente, dopo circa 1 ora e trenta minuti arrivo al tanto sospirato Picco della Libertà, UHURU PEAK, il punto più alto del continente africano.
Sotto di me un immenso mare di nuvole. Scatto le foto di rito, scambio congratulazioni e abbracci con gli altri gruppi che si susseguono, e con la testa tra le nuvole (anzi sopra) per la carenza di ossigeno, ricomincio la discesa, sempre seguito dalla co-guida che mi ha accompagnato fin qui. Giunti nuovamente a Gillman's Point si può vedere distintamente il Kibo Hut proprio sotto di noi; stavolta percorriamo lo scomodo e ripido ghiaione di corsa tagliando gli zig-zag e riempiendoci della polvere che solleviamo. Arriviamo intorno alle ore 10 al Kibo Hut e dopo una spolverata, una zuppa calda ristoratrice e un po' riposo si riparte in direzione Horombo Huts, con la testa che continua a girarsi guardando la vetta che si allontana sempre più. E' il cosiddetto "richiamo della montagna" che continua a farci voltare con lo sguardo alla ricerca della vetta appena conquistata. A un certo punto ci troviamo immersi nelle nuvole, e l' Horombo ci accoglie con qualche goccia di pioggia. Ma ormai la giornata più lunga volge al termine, abbiamo iniziato a camminare 15 ore fa e ci meritiamo una bella cena e una sana dormita nell'accogliente casetta di legno.
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