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KILIMANJARO
m. 5.895 Marangu route |
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1° Giorno. Da Marangu a Mandara Huts La "Marangu Route" prende il nome dal villaggio da cui parte il trekking. Dal villaggio si prosegue ancora in auto per una ripida strada sterrata fino a "Marangu Gate", dove troviamo alcuni negozietti di souvenir e un fornito noleggiatore di attrezzature da montagna, nel caso vi mancasse qualcosa. Qualche firma per i vari permessi e si parte con in spalla il day-pack, mentre gli zaini grandi toccano ai portatori, che si caricheranno in spalla e in testa anche tutto il necessario per i prossimi sei giorni, cibo, acqua, masserizie per cucinare incluso il carburante per il fornello. Noi siamo in due, e il nostro team è composto da ben cinque persone: una guida e quattro portatori, tra cui la co-guida, il cuoco, e il "cameriere". Il facile percorso di oggi, tutto all'interno di una lussureggiante foresta, è chiamato "Mandara Trail", e costituisce anche la gita di un giorno per tutti coloro che, pur non tentando la vetta, vogliono avvicinarsi un po' al Kili. La giornata oggi non è delle migliori, una leggera pioggerellina, in verità ben filtrata dalla fitta foresta, ci accompagna per circa metà del percorso.
I 730 metri di dislivello ci conducono in meno di tre ore a Mandara Huts, che ci accoglie fortunatamente con qualche raggio di sole. E' il primo "rifugio" del percorso, costituito da un assembramento di casette in legno. Per prima cosa passiamo dal guardiano che, dopo aver vistato i permessi forniti dalla nostra guida, ci fa firmare un registro e ci assegna il nostro alloggio, una graziosa costruzione in legno con quattro posti letto dotati di materasso e cuscino, piccola ma pulita e accogliente.
Il tempo di bere un thè caldo e si riparte per una breve passeggiata a "Maundi Crater", punto panoramico con vista del Kili e del confine del Kenya se la giornata è serena. Purtroppo oggi le nuvole non ci permettono di vedere le pendici innevate del Kibo. Si torna a Mandara Huts e ci si prepara per la cena. 17:30 a tavola! Un po' presto, ma considerando che alle 18:30 è già buio, il via vai di cuochi e camerieri diventerebbe meno agevole. Tutti gli ospiti vengono riuniti nella grande costruzione utilizzata per consumare i pasti; troviamo persone di tutte le nazionalità ma nessun altro italiano. Ogni team è indipendente in tutto e per tutto, non esistono bar o similari dove uno può acquistare cibo, si è sotto l'ala protettrice dalla propria guida e dei suoi portatori. Osservando altri equipaggi si può notare una certa differenza nel servizio e nella quantità e qualità del cibo; a noi servono, come portata principale, una quantità industriale di spaghetti con una sorta di ragù. Da bere del thè caldo. Non resta che rilassarci un po' leggendo il libro del rifugio e ritirarci poi nella nostra casetta; a questa quota non ci sono ancora problemi dovuti all'altitudine, e dormiamo sonni tranquilli.
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