C'è un
posto, nel centro della Spagna, dove vivono circa 200 coppie di Grifoni.
I Grifoni sono degli enormi avvoltoi dall'apertura alare di circa tre
metri (una penna delle loro ali può superare il mezzo metro di
lunghezza).
Questi
bellissimi uccelli hanno trovato il loro habitat in un suggestivo canyon
calcareo, la località si chiama Montejo de la Vega e qui i
Grifoni vivono indisturbati grazie alla presenza del WWF spagnolo che ha
creato una vera e propria "riserva naturale".
Lo
stesso WWF ha organizzato dei "campi di lavoro" proprio
all'interno del canyon per aiutare a preservarne l'ambiente. Tra i
vari "lavoretti" era nostro compito ad esempio
contare i neonati e classificare i nidi dei Grifoni osservando
attentamente, a debita distanza con potenti cannocchiali, le pareti del
canyon.
Ma
la cosa più interessante è osservare gli animali quando
mangiano, e a questo scopo in un'impervia zona della riserva è stato
allestito un "carnaio". Come molti certamente
sapranno, il cibo principale di ogni avvoltoio che si rispetti è
costituito da carogne di animali. In questo
"carnaio" è stato costruito un piccolo edificio, che
funge da capanno di osservazione, antistante un grande spiazzo
pianeggiante sul ciglio di un dirupo. In quest'area vengono messi
vari animali morti (gli allevatori della zona conoscono l'esistenza di
questo carnaio e quando muore un animale contattano il WWF).
Fortuna volle che durante la mia permanenza al campo morì per
malattia un grosso maiale di circa 300 Kg di peso. La povera
bestia fu prontamente scaricata nel bel mezzo del carnaio.
Scattò quindi l'appostamento; subito dopo aver depositato il
maiale ci chiudemmo nel piccolo osservatorio, ma l'attesa fu vana.
Dovete sapere che i Grifoni sono animali molto sospettosi e assistendo
ai vari movimenti di scarico del maiale e infrattamento dei campisti,
non si sono fidati ad atterrare sulla carogna. Abbiamo solo
assistito ad alcuni voli rotatori sopra la zona (tipici degli avvoltoi)
con cui hanno studiato la situazione. Bisogna anche ricordare che
molti animali selvatici, a differenza di noi esseri umani, non
necessitano di mangiare tutti i giorni e un pasto può essere
sufficiente per svariato tempo.
Naturalmente il carnaio non è l'unica fonte di cibo per i
Grifoni della zona, in quanto i vari animali che muoiono in natura
costituiscono la loro normale fonte di cibo. Il carnaio viene
utilizzato per l'osservazione ravvicinata, anche perché molti esemplari
sono stati inanellati appena nati e registrando la presenza nelle varie
zone di migrazione se ne studiano le abitudini, l'età, eccetera.
Ma
torniamo al gruppetto di amici ansiosi di partecipare, o meglio di
assistere al banchetto. Fu presa una decisione: tornare la mattina
dopo prima dell'alba, cosicché nessun volatile potesse vederci entrare nel casottino. Detto, fatto! Sveglia alle ore
4.00 (di un gruppo ridotto di sei persone) e partenza per il
carnaio. Dopo svariate ore di attesa constatiamo che la levataccia
è stata inutile!! Anche stavolta nessun atterraggio ma solo
tantissimi Grifoni in volo rotatorio sulla zona. Devo dire che era
un po' inquietante vedere le ombre degli uccellacci proiettate sul
terreno, ansiosi di mangiare ma ancora malfidenti per qualche motivo a
noi sconosciuto.
Usciamo
così allo scoperto, provocando una fuga generale sopra le nostre
teste. Intanto il nostro amico maiale cominciava a gonfiarsi e il
colore della sua pelle da rosa divenne violaceo; effetti della
putrefazione che, grazie anche alla temperatura di quella calda estate,
stava facendo il suo corso. Non sto a raccontarvi del profumo che
iniziava a diffondersi....
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Passeggiando
per il carnaio notammo che alcuni Grifoni erano atterrati a debita
distanza, così pensammo a una sorta di sentinella che in qualche modo
era preposta ad avvisare gli altri che non vi fosse pericolo.
Decidemmo di fare un altro tentativo la mattina successiva; tornammo
però sul luogo la sera stessa verso mezzanotte per verificare se la
nostra teoria della sentinella stava in piedi. In effetti dopo una
"rumorosa" passeggiata intorno al casottino di osservazione,
sentimmo volare via da un albero un grosso animale. Vuoi vedere che
avevamo "liberato" l'area da possibili
"spie" ?
Tornammo
fiduciosi dopo poche ore di sonno, ancora più presto della mattina prima
(il gruppo si era ulteriormente assottigliato). Visto che c'era
parecchio da aspettare, ci mettemmo a dormire. A un certo punto il
responsabile del campo Louis, sottovoce ci chiamò. Non fui subito
sicuro di essermi svegliato, i suoni che udivo sembravano provenire
direttamente dall' inferno!!!!! Appena guardai fuori
attraverso lo spioncino mi trovai davanti uno spettacolo raccapricciante.
Non mi
sarei mai aspettato di vedere così tanti Grifoni accanirsi su quel povero
maiale. Tutto il piazzale era coperto di Grifoni che urlavano, si
rincorrevano saltellando, si prendevano addirittura a calci! Uno
spettacolo davvero incredibile. Sfoderammo macchine fotografiche e
telecamere e iniziammo avidamente a riprendere la scena. Finalmente! La
nostra pazienza era stata ampiamente ripagata.
Il
banchetto durò diverse ore e ci furono anche alcuni
"ospiti": qualche Capovaccaio (avvoltoio di stazza più piccola
e dal caratteristico muso) si avvicinò timidamente alla scena
accontentandosi di qualche brandello di carne che volava in giro. Ma
ad un certo punto arrivò lui, tutto nero: L'Avvoltoio Monaco. Un
unico esemplare, tra l'altro assai raro per la zona, si avvicinò
indisturbato al maiale, prese la sua parte e se ne andò così come era
venuto. Non è una novità che nel mondo animale esistono le
gerarchie tra le varie specie, così come al Capovaccaio non venne in
mente di infilarsi nella mischia, nessun Grifone provò a contrastare l'
Avvoltoio Monaco.
Al termine del pasto rimase solo la pelle del maiale, ormai
svuotata e appoggiata alle ossa. Noi ci guardammo ancora increduli
per aver assistito a uno spettacolo della natura, così violento ma così
interessante.
Adriano Ongaro
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